Gratitudine, uno stato mentale da coltivare quotidianamente.

Ne parlo spesso, lo so. Ma da quando qualche anno fa mi sono imbattuta in un libro che parlava di come la gratitudine cambi la visione che abbiamo delle cose, e della nostra vita, mi sono incuriosita ed ho cercato di approfondire il concetto.
Insomma, non è che nella mia vita io non abbia mai sentito parlare di gratitudine. Ce lo insegnano da piccoli, hai presente quando la mamma sgridando ti dice: “Mangia, che ci sono bambini che non hanno nulla nel piatto!” oppure “Ti lamenti sempre, pensa che sei nato nella parte fortunata del mondo!” ma anche “Guarda che bella maglietta che ti è stata regalata, dimostra un pò di gratitudine!”
In effetti queste frasi dovrebbero essere farci riflettere e portarci in automatico ad una condizione di gratitudine. Dovremmo essere grati per ciò che la vita ci ha donato e per le opportunità che ci sono state concesse.
Gratitudine per alcuni è una parola che riporta ad uno stato emotivo di inferiorità: ho ricevuto quindi sono in debito, mi sento in dovere di ricambiare.
Non è sicuramente la gratitudine di cui parlo io, anzi non sono nemmeno sicura sia gratitudine.
Io parlo di uno stato d’animo positivo, qualcosa che ci porta ad essere proiettati negli aspetti positivi della nostra giornata, che ci permette di godere di quanto abbiamo senza crucciarci troppo di quanto ci manca.
Esercitarci ad essere grati quotidianamente ci porta a riscoprire una vita che nemmeno sapevamo di avere, dà nuova vita ai rapporti, ricostruisce la nostra autostima e ci rende delle persone migliori.
La mia gratitudine stringe la mano alla positività, ad una ricerca della felicità che non necessita di continue rassicurazioni ma è insita nella vita stessa.
Questa settimana è molto importante per me, celebra gli affetti più stretti. In questa settimana festeggio l’amore e l’essere genitore. Festeggio un cambio di vita, una scelta non sempre facile ma che ha portato con se le parti più belle della mia esistenza. Festeggio gli abbracci che ricevo ogni giorno, i baci e le carezze. Festeggio quel senso di appartenenza che alcuni cercano per una vita intera. Festeggio i sacrifici e i compromessi. Festeggio la mia continua evoluzione e la parte migliore di me.
Come potrei non provare gratitudine?

Un abbraccio, Fanny

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