Miti da sfatare sulla scelta del nome

Quando aspetti un bambino, e ti rendi per la prima volta conto che c’è un vero e proprio esserino che cresce dentro di te, senti il suo cuore battere, lo vedi formarsi e crescere….capisci che è qualcosa di unico e meraviglioso. Anche per chi come me non aveva nessun tipo di istinto materno.

É in quel momento che succede una cosa altrettanto incredibile. Tu devi dargli un nome. Che sia Nocciolina, Semino, Puntino, Fagiolino o, nel nostro caso, Sgorbietto! Ed è in quel momento che parte la prima vera scelta genitoriale. Il nome.

Devi decidere, o dovete decidere, il nome da dare a questa piccola cosa che si prepara a stravolgere le vostre vite.

E qui scattano le totoscommesse, i consigli (spesso non richiesti), le preferenze, le prove (vuoi mettere sentirlo pronunciare in dialetto dagli anziani che ti incontrano e per prima cosa ti chiedono “Comó al se ciama?”), l’immaginazione e le discussioni. Poco da fare, il nome è importante. Definirà l’adulto del domani, definirà il genitore che vuoi essere e in qualche modo il figlio che crescerai.

Ma quali sono i punti fondamentali per sceglierlo e come trovare il nome perfetto?

  1. ITALIANO O STRANIERO? Ecco il primo scoglio, non vi starò nemmeno a raccontare quante critiche abbiamo ricevuto per aver scelto un nome con radici STRANIERE. Morgan deriva dall’antico gallese Morcant, “cerchio del mare” oppure in altre varianti “venuto dal mare”, il cui possibile significato che ne deriva è corsaro.
  2. CLASSICO O PARTICOLARE? Ma che domande! Per una che si chiama come la metà della popolazione italiana femminile la domanda non dovrebbe nemmeno esistere. Nel corso degli ultimi 30 anni non sono mai stata solo Francesca. Eravamo talmente tante che dovevano sempre specificare chi, io, dovevo sempre specificare chi. Metti che chiami il parrucchiere “ciao, sono Francesca…” Eh già, brava. Quale delle centocinquanta Francesca che frequentano il salone?! Quindi la risposta è PARTICOLARE  Mio figlio deve avere un nome che lo identifichi facilmente, no more words!
  3. CORTO O LUNGO? Io non avevo dubbi, CORTO! Io e mio marito abbiamo entrambi nome lunghi e abbiamo sempre odiato dover firmare per tre minuti di fila.
    Oltretutto quando hai un nome lungo finiscono sempre per chiamarti con un diminutivo, dicevano.
    Bhé, io non so cosa dire. Mio figlio si chiama Morgan, per gli amici: Morghino, Ghino, Nino, Ghinetto, Momi, Momino, Momó, Morghello, Nello, Giannizzero e Gianni. Scegliete un nome corto, andate sul sicuro! 😂
  4. NOME SINGOLO O DOPPIO NOME? Fino alla fine, e intendo fino a che non l’abbiamo visto, eravamo certi di dargli un secondo nome. Morgan Blake. La scelta di Morgan se seguite il blog ormai la sapete, altrimenti dovete leggerla qui. Ve lo ordina il dottore 😉.
    Blake in onore a William Blake, “Nessun uccello sale troppo in alto, se sale con le sue ali”, incisore, poeta e filosofo inglese vissuto a cavallo tra il 1700 e il 1800.
    Un artista contorto, geniale, visionario, illuminante e spesso al limite della follia. Blake, Morgan Blake.
    Ma poi, quando abbiamo visto Morgan abbiamo capito che che sarebbe stato solo quello. Morgan. Breve, conciso e carico di storia. Mica poco.

Vi lascio con un ultimo consiglio, che poi è forse l’unico che vi darò ed il più importante. Se scegliete un nome straniero valutate come verrà pronunciato, la facilità di scrittura e di comprensione. Quando valutavamo il nome Kenneth ci siamo resi conto che nel nostro dialetto sarebbe stato storpiato fortemente, la classica frase “Keenet, vien qua….” continuava a ronzarmi in testa e non sono più riuscita a pensare a Sgorbietto come a Kenneth. Il nome deve essere comprensibile per lui/lei e per la comunità in cui vivrà, altrimenti si troverà a scontrarsi quotidianamente contro un muro di piccoli problemi.

Ora, noi la nostra scelta l’abbiamo fatta. E a volte ne paghiamo ancora le conseguenze. Date il via alla vostra! 🙂

Baci,
Fanny

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