Escher, il genio in mostra a Trieste

Difficile non avere mai visto una sua opera, Maurits Cornelis Escher è stato un incisore, nato a fine ‘800 a Leeuwarden nei Paesi Bassi e scomparso nei primi anni ‘70.

Mostra Escher Trieste

I suoi lavori sono principalmente incisioni su legno e pietra che racchiudono al loro interno arte, matematica, fisica ed un incredibile senso dello spazio. Geometrie regolari che si trasformano in mondi paralleli ed impossibili, illusioni ed un nuovo senso della prospettiva, improvvisamente molteplice.
Alcune delle sue opere più famose sono “Relatività”, “Mani che disegnano”, “Rettili”, “Cascata”, “Vincolo d’unione”, “Giorno e Notte”, “Metamorphosis II” e, la mia preferita, “Limite del cerchio IV”.

Limite del cerchioIV
Metamorphosis II

Inutile dire che non sono un’esperta, e che sicuramente troverete chi vi spiegherà Escher meglio di me, io oggi vi voglio raccontare la mia esperienza.
Ho visitato la mostra allestita a Trieste, nel salone degli Incanti, che rimarrà aperta fino al 07 Giugno 2020. La mostra è visitabile tutti i giorni dalle 9:30 fino alle 19:30 (in punto eh, non pensate di sforare di un minuto perchè vi troverete come noi a prendere il cappotto al buio!).
Vi lascio qui il link al sito.

Fanny

All’interno troverete circa 200 opere, con l’assoluta novità della serie “I giorni della creazione”, mai esposta prima, varie postazioni esperienziali e quiz molto divertenti che la rendono adatta anche ai bimbi più grandicelli. Con il prezzo del biglietto è inclusa anche la guida audio, chiara e piena di aneddoti interessanti.
La mostra è divisa in 8 sezioni, inizia con un breve filmato che aiuterà anche chi conosce meno l’artista ad entrare in empatia con il suo mondo e finisce con una serie di tributi all’autore che dimostrano chiaramente come la sua arte abbia decisamente superato ogni barriera arrivando alla massa anche attraverso la musica, i fumetti ed il cinema.

Paperino
Fumetti che omaggiano Escher

Io ho trovato la mostra stupenda, curata ed allestita alla perfezione. L’ultimo ingresso previsto è alle ore 18:30, calcolando quindi all’incirca un’oretta per la visita completa. Non fatevi ingannare però, secondo me per visitare la mostra ci vogliono un paio d’ore. E poi è talmente bella che il tempo volerà!
Io sono andata a visitare la mostra con mio marito, ed entrambi ci siamo divertiti un mondo!
Ci è dispiaciuto dover concludere in velocità le ultime due zone perchè me la sarei goduta decisamente almeno per un’altra mezz’ora.

Giochi di specchi
Mano con sfera riflettente Fanny
Un gioco di prospettiva

Ho apprezzato moltissimo la luce nelle sale, gestita in modo da enfatizzare ogni opera, e anche la ricca collezione che permette di godere di quasi tutte le maggiori opere di Escher. L’artista, che ha sempre sostenuto che l’arte dovesse essere riproducibile, sarebbe decisamente felice di sapere che un così vasto pubblico ora può goderne.
Più volte ci siamo fermati ad ammirare come da poche linee, incise al rovescio tanto per ricordarlo, sia riuscito a creare stampe che sembrano quasi delle fotografie. Uno studio della luce che lascia a bocca aperta e una mente fuori dal comune che riesce a trasformare la realtà a suo piacimento.

Le sue opere sono talmente belle che, se anche le osservi per un’ora, riesci sempre a trovare qualche dettaglio nuovo.

“Mi è accaduto durante le passeggiate solitarie per i boschi che circondano Baarn di fermarmi di colpo sui miei passi, colto da una sensazione allarmante, irreale e allo stesso tempo deliziosa: mi trovavo faccia a faccia con l’inspiegabile. Quell’albero davanti a me, come oggetto, come parte dei boschi, può non essere sorprendente. La distanza, lo spazio, che è tra di noi sembra, comunque, improvvisamente enigmatica. Non conosciamo lo spazio. Non lo vediamo, non lo ascoltiamo, non lo sentiamo. Siamo in mezzo a esso, ne facciamo parte, ma non ne sappiamo nulla. Posso misurare la distanza tra me e un albero, ma quando dico “tre metri”, quel numero non svela in alcun modo il mistero. Vedo solo frontiere, segni; non vedo lo spazio vero e proprio. Il vento che soffia sul mio viso pungendomi la pelle, non è spazio. Quando tengo un oggetto tra le mani, non sento l’oggetto spaziale in sé. Lo spazio resta impenetrabile, un miracolo.” Escher

Vi lascio con questa sua frase e, in conclusione, vi consiglio di visitare la mostra, sono sicura che non ve ne pentirete!
Se ci siete già stati ditemi se vi è piaciuta fatemi sapere cosa ne pensate 🙂

Escher

Lascia un commento